mercoledì 4 maggio 2016

Sui bambini: i figli del futuro.

"I figli sono uno diverso dall'altro. Sembra un'affermazione ovvia, ma occorre ricordarlo sempre e con chiarezza: ogni bambino nasce con un proprio temperamento.
Per temperamento intendiamo l'insieme delle istanze biologiche e genetiche, i cosiddetti istinti, che guidano le prime reazioni dell'individuo verso l'ambiente. Il temperamento ha un ruolo attivo nello sviluppo del bambino e ne determina in gran parte lo stile comportamentale futuro. Ma è dall'incontro del temperamento con le condizioni ambientali - la famiglia e la società - che nasce l'Io: la sensazione, cioè, di essere un'unità distinta dal mondo esterno." ("Le madri non sbagliano mai", Giovanni Bollea, Feltrinelli, 1995).

Su queste stesse premesse Navarro comincia il suo testo: "Il concetto di temperamento lo si deve legare a quello di costituzione, cioè alle basi congenite dell'individuo. .. il periodo neo-natale, che termina con lo svezzamento, è un periodo temperamentale in cui da parte del neonato, più che una intenzionalità, vi è una reattività. Lo svezzamento implica un'entrata in funzione di tipo intenzionale della neuromuscolarità ed è quindi ovvio che, uno svezzamento precoce, peggio se mal fatto, anticipa pericolosamente e forzatamente l'attività neuromuscolare. Ed è la funzionalità neuromuscolare che provoca la formazione della caratterialità e poi del carattere." ("Caratterologia post-reichiana", Federico Navarro, Nuova Ipsa Ed., 1991)

L'infanzia non è sempre esistita. 

Sembra un'affermazione provocatoria ma è la realtà: 

"Durante tutto il Medioevo l'idea che l'infanzia fosse una componente della struttura sociale semplicemente non esisteva... Di vera e propria nascita dell'idea di infanzia si può parlare solo alla fine del XVIII secolo, con l'Illuminismo, che ne affermò, per la prima volta nella storia dell'umanità, alcuni "diritti", in verità molto più teorici che reali." (Bollea, idem) 

L'infanzia ha solo un secolo di vita, che è poco per il suo pieno sviluppo, ma si può dire lo stesso per le nostre intelligenze?

Si sa che dalle primissime esperienze si forma la mente del bambino e nascono le istanze psicologiche fondamentali che poi, nel corso dell'evoluzione, devono solo evolvere.

Saperlo però non mette gli adulti nella condizione di essere conseguenti nei rapporti con i bambini.

Sembra allora importante essere sollecitati a chiedersi costantemente chi si è, in loro presenza, e cosa si desidera per sé, da loro. Ancora troppo spesso questi bambini, che non sono "i nostri bambini" perché ci sono solo dati in prestito (Reich, Bambini del futuro), vengono visti come nostri o come oggetti per la felicità dei genitori.

I palinsesti televisivi, che raccontano le brutte notizie relative a queste piccole vittime, sembra non trovino il tempo né i modi per descrivere l'idoneo comportamento adulto da tenere. 
Su quali potrebbero essere i comportamenti capaci di prevenire malformazioni della caratterialità, anche quando ci si fida della saggezza della natura umana, non tutti possono dirsi maestri. Per questo è necessario avvalersi di chi li ama. 

Si può e si deve approfittare e ripetere come un mantra i loro suggerimenti:

Da "Le madri non sbagliano mai" di G. Bollea. 

Decalogo del padre ideale:

1. Essere se stessi e non "sepolcri imbiancati"
2. Essere disponibili nel gioco, nella discussione, nell'ascolto
3. Dare esempio di autocontrollo e di intransigenza sul piano morale
4. Dare sicurezza nelle piccole e grandi cose, per insegnare loro a vedere l'essenziale nei fatti positivi e negativi della vita
5. Non essere padre infallibile, ma padre che "alla fine" troverà una soluzione ai problemi della vita
6. Mantenere il segreto delle confidenze dei figli dopo i dieci anni, anche con la moglie, se i ragazzi lo desiderano
7. Essere autorevole e non autoritario, creando la stima con l'esempio
8. Controllare il proprio temperamento con i figli, esattamente come con gli estranei
9. Mostrare armonia, stima e concordanza pedagogica con la moglie davanti ai figli
10. Rendere almeno la cena un punto d'incontro per la famiglia, dove si possa conversare senza interferenze esterne

...e il decalogo che la famosa pedo-psichiatra Susan Isaacs suggerisce alle mamme:

1. Non dire semplicemente "non devi fare questo" se puoi aggiungere "ma fai quest'altro"
2. Non chiamarli "capricci" quando si tratta soltanto di cose che disturbano
3. Non interrompere qualsiasi cosa faccia il bambino senza dargli un preavviso
4. Non "portare" a passeggio il bambino, ma vai a passeggio "con" lui
5. Non esitare a fare delle eccezioni alle regole
6. Non prendere in giro il bambino e non fare dei sarcasmi: ridi "con" lui, e non "di" lui
7. Non fare mostra del bambino agli altri e non farne un giocattolo
8. Non credere che il bambino capisca ciò che gli dici solo per il fatto che tu lo capisci
9. Mantieni le tue promesse e non farle quando sai di non poterle mantenere
10. Non mentire e non sfuggire alle domande





Alla fine di questo pensiero ai bambini  un caro ringraziamento va ai colleghi SIAR
per l'impegno donato a questo tema. 


Giuseppe Ciardiello









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