domenica 24 aprile 2016

L'ansia nel respiro

Pur non essendo vero che un modo errato di respirare causa il panico, che ad oggi è considerato un vestito composto da diversi indumenti che colorano la personalità (le dimensioni psicologiche) piuttosto che un disturbo occasionalmente motivato, è vero che una respirazione corretta si correla con uno stato d'animo tranquillo.

Anche quando si è agitati e preoccupati, l'attenzione posta alle sensazioni derivanti da una corretta respirazione è in grado di calmare anche gli spiriti più sensibili.

L'insolita capacità di avvertirne i benefici deriva dalla disabitudine ad osservarsi, dalla cattiva abitudine respiratoria, dalle posizioni assunte e, infine, dalla tecnica respiratoria.

In vegetoterapia (vgt) l'esercizio respiratorio è un movimento molto importante e ha sempre rappresentato un punto focale fondamentale. L'attenzione al respiro è uno degli elementi fondamentali dell'impianto di vgt tanto che ogni scuola di pensiero, ma forse anche ogni terapeuta, si forma una propria personale convinzione circa il suo utilizzo. 

Il momento e le modalità con cui utilizzare il processo del respiro, sono oggetto di studio costante perché si ritiene che la respirazione sia una funzione fondamentale dell'organismo. 

Si ritiene che il respiro sia legato al movimento al punto da confondercisi e che, insieme, questi due processi fanno la loro comparsa al momento del concepimento.

Da allora in poi queste due funzioni spariranno solo con la morte mentre, nel corso del tempo, cambieranno forma e sostanza in modo tanto costante da sottolineare ad ogni istante le modifiche, piccolissime e inavvertite, dell'organismo.

In vgt il respiro è visto anche legato alla forma del carattere che le persone assumono perché si ritiene che, tra queste due funzioni, ci sia una mutua influenza. 
Il modo di respirare sarebbe determinato dal carattere ma sarebbe anche il modo specifico di respirare a caratterizzare e determinare il carattere. 

Il carattere è l'espressione del modo d'essere delle persone, sia come modalità psicologica, sia come espressione degli atteggiamenti e dei modi che le persone hanno di occupare gli spazi di relazione.

Da questo punto di vista la vgt cerca nel ritmo, nell'espansione toracica, nella coordinazione respiro/movimento toracico, nell'uso della bocca e/o del naso, nel sollevamento delle spalle, nella partecipazione del ventre, nel tipo di appoggio sui piedi, nell'allentamento delle ginocchia, nel movimento del bacino, insomma nella partecipazione complessiva dell'organismo al processo respiratorio, le dinamiche relazionali e storiche che hanno contribuito a dare forma alla persona, e che ancora si riproducono, architettando condizioni sociali analoghe.

Questo vuol dire che ogni persona avrà un modo personale e soggettivo di respirare ma non vuol dire che la vgt non consideri che ci sia un modo corretto di respirare piuttosto che un altro.
Anzi, indipendentemente dal carattere, ogni persona può imparare ad usare modalità respiratorie capaci di abbassare l'ansia e portare l'agitazione, anche mentale, a livelli più tollerabili.

Correggendo la postura e l'atteggiamento corporeo è possibile modificare l'assetto delle spalle e del torace che consentono una maggiore apertura polmonare. Il raddrizzamento della parte alta del corpo consente un allineamento vertebrale capace di sostenere anche una maggiore simmetria della parte bassa che, così disposta, permette un ulteriore espansione addominale. Il tutto permette una maggiore espansione del diaframma.

Dall'immagine di sinistra è evidente quanto la parte scura, rappresentante l'espansione polmonare, nella figura B sia molto più estesa.

Il tratto del corpo che permette una maggiore dilatazione dei polmoni, è quello diaframmatico il cui funzionamento deve sempre essere tenuto corretto.

E' possibile immaginare la cupola diaframmatica come un pistone che spinge l'aria fuori, nell'espirazione sollevandosi verso il torace, e la tira dentro nella fase di inspirazione allargandosi verso l'addome e i genitali.

Se funziona bene, ed ha quindi  conservato la sua elasticità e ampiezza, ci consente di realizzare complete scansioni polmonari senza un eccessivo impegno toracico e consentendo alle spalle di sollevarsi solo di poco.

Il respiro cambia per ogni vissuto emotivo grazie all'azione di questa cupola muscolare e tendinea che, come tutti i muscoli, è capace di congelare nelle sue cellule l'apprendimento corrispondente ad alcune abitudini di vita.
Così, spesso, ci si ritrova con debito di ossigeno perché si conduce una vita sospesi in costanti apnee d'attesa.

Ci sono molte tecniche capaci di risvegliare le sensazioni addominali relative al movimento diaframmatico. 

Stesi su un materassino, con la mano appoggiata sotto l'ombelico, o sostituendola con un libro o un altro oggetto, ad ogni inspirazione si cerca di sollevarla con l'azione del gonfiore dell'addome.

Oppure, appoggiando ambedue le mani ai fianchi con le dita all'altezza dell'ombelico, o appena più sotto, si inspira provocandone il sollevamento inspirando e l'abbassamento all'espirazione.
Si può anche contrastare delicatamente il sollevamento del ventre così da avvertire con più efficacia il lavoro diaframmatico.

In vgt i movimenti respiratori sono diversi e coinvolgono parti diverse del corpo in momenti terapeutici diversi. All'inizio in modo frazionato, nel prosieguo della terapia i movimenti si fanno sempre più complessivi e armonici arrivando a coinvolgere, contemporaneamente, tutto l'organismo.

Una cura particolare è anche prestata alla espirazione che, solitamente, avviene solo in misura parziale. 

Un acting particolare si rivela essere una panacea anche per le condizioni di stress, stanchezza e momenti di nervosismo:

distendersi comodamente su uno stuoino, o un tappeto o una coperta, con un asciugamano arrotolato sotto la nuca, per addolcire la curva cervicale, e un leggero plaid se si teme di avere freddo. 
Le ginocchia vanno sollevate, sono in linea con le anche e, come i piedi, lasciano un pò di spazio tra di loro. In questa posizione anche la curva lombare si addolcisce.

Se è ancora necessario si può appoggiare un libro sul ventre.
L'inspirazione si effettua dal naso sollevando il ventre. Le spalle sono rilassate e restano ferme o si muovono il meno possibile; le braccia restano distese lungo il corpo, le mani con le palme rivolte al soffitto e la schiena resta morbida nella disposizione a seguire il movimento respiratorio, se questo gli si impone.

Dopo un'apnea di qualche secondo, si effettua l'espirazione dalla bocca lasciando che l'aria faccia vibrare morbidamente le corde vocali, nell'espressione di una 'Ahhh' prolungata, fino ad esaurimento dell'aria.

Questa espressione vocalica è simile ad un sospiro (non ad un grido)! 

In questo movimento è necessario solo contrastare la naturale tendenza della testa a spostarsi all'indietro. In tal modo si produrrebbe un'ulteriore aumento della curva cervicale che, nella convinzione vegetoterapeutica, porterebbe ad una riduzione del contatto sensoriale e psicologico con sé stessi.  

Un accorgimento tecnico che può aiutare a ridurre questa curva è immaginare che fuoriesca, dalla sommità del cranio, un elastico fissato alla parete opposta e che tiri sempre di più, mano a mano che l'aria esce, e poi si allenta alla successiva fase inspiratoria.

E così facendo si calma anche l'ansia...
Provare per credere!

Giuseppe Ciardiello

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