venerdì 22 aprile 2016

L'intelligenza inconscia

Molto accade in automatico e la nostra vita si svolge, per la maggior parte, senza che si sia pienamente consapevoli.

Questo accade anche nel setting terapeutico e, malgrado le attenzioni che si possono prestare alla cura dell'arredo e degli atteggiamenti, la grandissima parte della comunicazione si svolge al di fuori della consapevolezza.

In ambito analitico e terapeutico quest'aspetto dell'automatismo comunicativo necessita di una costante rivisitazione.

Quando si è nella stanza d'analisi, piuttosto che preoccuparsi di tenere tutto sotto controllo, si può scoprire la necessità di imparare a fidarsi del proprio intuito; di quella parte inconsapevole che osserva anche quando si è distratti.
Quell'ombra di cui tutti sono in costante compagnia, accompagna anche i terapeuti e non solo gli tiene compagnia, ma sembra che si ponga a guardia della correttezza interpretativa e del rispetto delle regole del setting.

Langs ha scritto un bel libro a proposito degli interventi dei pazienti che sono commenti di quelli dei terapeuti.
Ma ancora più interessante appare un capitolo del suo "Manuale del sogno a occhi aperti" specie per noi vegetoterapeuti.

Il lavoro con il corpo richiede costante attenzione alla gestione dello spazio interattivo e alle vibrazioni comunicative che si stabiliscono tra la coppia analitica.
In vgt a volte è necessario spostarsi dalla sedia per toccare il paziente. A volte è necessario fornire un piccolo massaggio oppure un contatto di sostegno o comprensione. Il conforto a volte richiede un contatto. Altre volte uno sguardo è più significativo di qualunque comunicazione e allora sarà il tono del gesto o dello sguardo ad assumere il ruolo di boa intorno cui ruota l'intero rapporto.

Purtroppo questi elementi non vengono sempre approfonditi ma per Langs sembra che l'autogoverno implicito acquisti un'importanza particolare. Secondo il suo punto di vista il nostro inconscio è estremamente attento alle nostre azioni e in grado di avvertire immediatamente qualunque violazione del setting.
Perciò, quando durante un incontro d'analisi si ha anche solo l'impressione di una scorrettezza, sarà il caso di dargli ascolto e drizzare le orecchie verso il proprio intuito perché, se non sembra ci sia stata una violazione di setting o di contesto, potrebbe essere solo una rassicurazione autoindotta. Un autoinganno narcisista!
E bisogna tener conto del fatto che lo stesso livello di attenzione inconsapevole si realizza per ambedue gli interpreti analitici.

Sicuramente molti di noi sono consapevoli di quanto l'inconscio sopperisca alla disattenzione terapeutica, tra l'altro anche dovuta al fattore umano, ma per sottolinearne ancora l'importanza vorrei trascrivere un paragrafo dal libro di Langs, di cui sopra, dal titolo: CONTESTI PROTETTI E ALTERATI di pag. 133.

"Per chiarire questa dimensione cruciale, così familiare per la mente inconscia, eppure estranea alla mente conscia, suggeriamo alcune prospettive. Ogni relazione o situazione della vostra vita si svlge in un ambiente o in un contesto, una ribalta su cui si dispiegano le vostre interazioni. Il contesto include:
  1. L'ambiente fisico e la natura di fondo delle vostre interazioni con gli altri.
  2. I confini fisici e psicologici tra voi e loro.
  3. Un insieme di leggi, regole, costumi e usanze socioculturali.
L'elemento fisico del contesto crea l'ambiente reale e i confini concreti delle nostre interazioni. Ciò include locali, edifici, stanze, veicoli, e così via. Il contesto ideale o protetto è costituito da un ambiente fisico sicuro: per un bambino è la stanza di casa dove dorme, per un impiegato il suo ufficio, per un insegnante la classe. Forme comuni di trasgressione del contesto sono i cambiamenti nei locali, l'assenza di uno spazio protetto e i danni ai confini fisici.
Gli aspetti psicologici del contesto includono le regole e le leggi a tutti i livelli (internazionali, nazionali e locali) così come i codici di comportamento familiari e sociali. Queste regole fondamentali definiscono e disciplinano le nostre relazioni e interazioni.
Esiste, come ho detto, un insieme ideale di regole fondamentali che ci sostengono e proteggono, consentendoci di crescere e agire al meglio. Il modello del contesto ideale esiste nel sistema inconscio profondo della mente; anzi, almeno per la cultura occidentale si può parlare di un contesto protetto universale. Il modello si sviluppa in ognuno di noi attraverso l'esperienza inconscia delle trasgressioni al contesto (protetto o deviante) avvenute fin dall'infanzia.
Ogni evento importante della vita ha un ambiente, un contesto e un insieme di regole definite esplicitamente e implicitamente: famiglia, scuola, amore, lavoro, amicizia, e così via. L'adesione a queste regole crea le premesse per un tipo di relazione, quando invece i cambiamenti provocano una situazione ben differente.
I contesti protetti accrescono il nostro senso di fiducia e sicurezza, la creatività e la maturità, ma generano anche un senso di angoscia da intrappolamento, una forma silenziosa collegata all'angoscia di morte. Sono forme particolarmente intense, ma di solito inconsce. I contesti protetti creano le migliori condizioni possibili per le relazioni umane, ma generano picchi di angoscia che ci costringono a modificarli; e ciò avviene comunemente oggigiorno.
I contesti alterati ci danno un certo sollievo temporaneo dall'angoscia di morte, intrappolamento o di altro tipo, ma sono sempre nocivi, persecutori, dannosi per sé e gli altri, e possono turbare le nostre relazioni e attività. Nondimeno, l'impressione di essere indifesi di fronte alla morte e ai traumi collegati i spinge inconsciamente a modificare anche solo in parte il contesto. Trasgrediamo molti contesti, grandi e piccoli, e favoriamo questi comportamenti lesivi con un grande diniego del costo ultimo che ne sopportiamo in termini di dolore, sofferenza e perdita di creatività."

Non ci si pensa spesso ma a volte anche un abbraccio, un bacio sulle guance o una semplice carezza, un avvicinamento della sedia o la disinvoltura con cui ci si rapporta per rompere gli schematismi e i formalismi imbalsamanti, possono essere tentativi di trasgressione!



Giuseppe Ciardiello






































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