martedì 5 aprile 2016

Reich e il sesso



Il meccanicismo sessuale





Genitalità è uno dei termini che Reich utilizzò tentando di descrivere la sessualità naturale. Certo, la sessualità naturale dal suo punto di vista, che era un punto di osservazione meccanicista e costruito su ipotesi dedotte dall'osservazione dei pazienti. 

Si ricorderà il film Hysteria; film del 2011 diretto da Tanya Wexler. Racconta una delle esperienze che, si può facilmente immaginare, tra le più esaltanti nella vita di un medico. Ambientato a Londra nel 1880, narra le vicende di Mortimer Granville, un giovane medico che si arrangia lavorando per diversi ospedali. E' inviso ai colleghi e ai datori di lavoro per le sue idee rivoluzionarie relative all'igiene che, trascurata, secondo lui è causa di molte delle malattie comunemente trasmesse dai germi della cui esistenza, all'epoca, non si sapeva. Trovato lavoro nello studio di Dalrymple, che gli spiega la sua tecnica del massaggio vaginale finalizzato al riposizionamento dell'utero, dopo diverse vicissitudini Mortimer scopre l'uso sostitutivo del vibratore che fa felice molte donne dell'epoca...
Interessante è lo spaccato culturale che il film presenta.
A detta del dottor Dalrymple circa la metà delle donne della città (di Londra) soffriva di isteria. Questo disturbo, provocato dal cattivo posizionamento dell'utero, non sembrava conoscere genesi (del resto anche oggi molti disturbi non hanno una spiegazione e sono fatti risalire ad eventi generici) e l'anomalia poteva essere corretta con manovre manuali; senza per questo incorrere nel pericolo di provocare il piacere di queste donne perché il loro piacere era prodotto solo dall'introduzione del pene.

Quella descritta dal film era la posizione medica scientifica del 1880 in una delle città più importanti d'europa, Londra. Nel continente, dieci anni dopo, il 1889, Freud pubblica L'interpretazione dei sogni; nel 1942 Reich vede pubblicato La funzione dell'orgasmo dopo che nel 25 e nel 27 ha pubblicato rispettivamente Il Carattere Pulsionale e Genitalità. Negli anni 1935/36 vede la stampa Sessualità e angoscia.
L'aspetto reichiano che maggiormente emerge da questi libri è quello di un Reich biologo e la scienza, all'epoca, era individuata nella matematica, la fisica e la biologia! In proposito lo stesso Freud riteneva che la biologia, prima o poi, avrebbe spiegato la psiche; e all'epoca le neuroscienze non esistevano ancora. Fu su questa falsariga che Reich ipotizzò l'esistenza di un'energia nuova che, animando gli esseri viventi, si esprimeva con leggi diverse da quelle realizzate dall'energia comunemente conosciuta (energia termica, rotante, elettrica ecc.).
Chiamò Orgone quest'aspetto processuale dell'organismo formalizzandolo in una formula quasi matematica. L'energia sessuale rappresentava l'eccellenza di questa energia vitale che si realizzava nei processi di tensione-carica-scarica-distensione, a rappresentare i diversi momenti di interazione erotica.

Per queste posizioni, e da più parti, Reich è stato spesso visto come meccanicista e, anche in tempi recenti, alcuni suoi più affezionati seguaci vedono nelle sue ricerche una modalità meccanica di interpretare i processi dell'essere vivente umano. Il suo meccanicismo  consisterebbe nel considerare questa energia come un flusso che percorre tutto l'organismo (nei suoi fusi muscolari, nei percorsi tendinei, ossei e nervosi) che, reagendo nei confronti delle relazioni con la realtà che si presenta sotto forma di oggetti e persone, prenderebbe una forma conseguente a queste relazioni come fosse veramente impressa da questi elementi esterni. In tal modo si presupporrebbe una sanità vera solo se non ci fosse alcun condizionamento capace di produrre blocchi corporei. Invece la cultura, formando le persone, le rende quello che sono dando luogo alla normalità di forma e di funzionamento che conosciamo. Evidentemente, in questa normalità, sono altre le condizioni che determinano i disturbi in quanto la normalità corrisponde proprio ai condizionamenti sociali in accordo con le competenze genetiche organismiche. Tutti gli esseri sono normalmente in grado di sostenere l'impatto con una realtà che obbliga ad un'assunzione di forma e solo di fronte a richieste eccessive, vuoi per modalità che per quantità e per capacità originaria di reagire per dotazione genetica, l'esito può essere disfunzionale. Ancora oggi, parlando di stress e resilienza, ci si ritrova ad usare termini che si rifanno ai concetti di esaurimento o di insufficienza il che comporta un implicito meccanicismo derivante dall'impiego implicito del concetto di energia. Su questo tema Reich ha solo introdotto l'impiego di un nuovo termine, orgone, lasciando invariata l'idea relativa alla sostanza. La patologia consisterebbe nell'eccesso di forma che, come nel caso delle donne isteriche del film di cui sopra, enfatizza aspetti che si riflettono sia nel corpo sia nella psiche. Quando l'impronta dell'evento esterno è eccessivo, o impresso per molto tempo, si modifica anche il carattere e la personalità rimane incisa in modo specifico e caratteristico.
Interessante e rivoluzionaria fu la considerazione relativa al corpo per cui la forma assunta dagli organismi non sarebbe solo psicologica.
L'aspetto meccanico della realtà organismica non fu una trovata di Reich ma era già un presupposto di Freud: "Successivamente (all'affermazione di Darwin secondo cui la libera espressione dello stato emotivo intensificava l'emozione stessa mentre la sua soppressione l'indeboliva - nota dello scrivente) è divenuta prevalente la prospettiva opposta basata sulla convinzione che l'espressione riduce la forza dell'emozione. Su questa linea si pone la teoria psicoanalitica per la quale le reazioni verbali, fisiologiche e corporee sono canali alternativi per <<scaricare>> l'energia emozionale; se un canale è bloccato la risposta attraverso gli altri dovrebbe aumentare di intensità." ("Affetti. Natura e sviluppo delle relazioni interpersonali". A cura di M. Ammaniti e N. Dazzi, ed. Laterza, 20001.

Già nella psicoanalisi di Freud la cura psicoanalitica si rifà principalmente ad un modello idraulico cogliendo l'aspetto meccanico del funzionamento organismico. Tale era il modello ereditato da Reich nel momento in cui la sua preoccupazione divenne la psicoterapia che, dovendo avvalersi della biologia, perché appartenente al campo medico, e dovendo affrancarsi dagli aspetti filosofici delle dinamiche intrapersonali e dalle analisi che si protraevano per molto tempo, si caricò della preoccupazione di dare risposte pratiche per la veloce risoluzione di disturbi immediati.
Ma Reich non fu l'unico psicoanalista a cedere alla seduzione pragmatica. Altri autori della stessa epoca, per esempio Groddeck (1866 - 1934) e Ferenczi (1873 - 1933), cercarono analogamente di cogliere e problematizzare gli aspetti disturbanti della personalità che potevano essere trattati relazionalmente.

Posta in tal modo la questione energetica si sposta sul versante della differenza tra l'analisi e la terapia che porta ad affermare che forse il vero problema reichiano, inteso come un raffronto storico ed evolutivo di tutto il movimento che a Reich si richiama, fu l'intento psicoterapeutico! A ben vedere lo è ancora oggi vista la difficoltà generale ad indicare Reich come geniale psicoterapeuta e la necessità, ancora attuale, di molti dei suoi rappresentanti di definirsi analisti piuttosto che terapeuti.
Reich fu spinto, fin dall'inizio della sua carriera, da un lato a cercare procedure pratiche d'intervento che fossero oggettive, come richiedeva anche la prassi psicoanalitica e medica dell'epoca. Dall'altra cercò di fare in modo che queste procedure fossero anche standardizzabili, e quindi utilizzabili allo stesso modo, a fronte di un analogo disturbo. Cercava in pratica di produrre principi validi universalmente al punto da trascurare anche quanto di relazionale l'aveva indotto a scrivere L'analisi del carattere (1933). Le ricerche di Oslo lo spostarono verso la necessità di coniare un nuovo termine per indicare qualcosa di inspiegabile per le conoscenze dell'epoca; qualcosa che raccontasse sostanzialmente di un'essenza che agiva dentro e tra le persone. Qualcosa che pur essendo fisico si esprimeva anche come spirito e mentale: l'Orgone.
E' da dire che di questa definizione Reich ebbe il merito e non la colpa perchè fu onestamente in grado di affermare di essersi incontrato con fenomeni non ancora spiegabili. Tra l'altro alcuni eventi ancora oggi si presentano di difficile interpretazione e non si capisce a cosa siano dovuti. Per esempio non è ancora del tutto chiaro per quale motivo un orgasmo dovuto ad un coito sia più gratificante di quello che segue la masturbazione. In quale modo il cervello riesca a produrre una modifica strutturale della periferia corporea (la pelle dei fachiri indiani, per esempio) oppure in quale modo il cervello possa produrre modifiche di sé stesso.
Per questi particolari funzionamenti dell'organismo Reich cercò di spiegare le diverse manifestazioni che, non riconducibili alle manifestazioni energetiche all'epoca misurabili, cercò di inquadrare in modo alternativo. Forse fu per la necessità di descrivere i nuovi processi osservati che Reich coniò il termine orgone e per designare deguatamente procedimenti tecnici adeguati alla realizzazione di una nuova metodologia d'indagine come aveva fatto con la vegetoterapia!
Oggi si può solo dire che il ricorso ancora attuale al termine generico di energia (D. Siegel, Mappe per la mente, RaffaelloCortinaEditore, 2014) resta testimone di una difficoltà tuttora presente nella definizione della complessa materia organismica.
Ma la sua disponibilità ad accettare eventi anche sorprendenti deve persuaderci del fatto che, se vivesse ancora oggi, sarebbe il primo a rivedere la sua teoria sulla sessualità e a ridimensionare le affermazioni sulla genitalità. Come sarebbe il primo a riconoscere il fatto che tutti i rapporti arriscono e che, tenuti ai margini, impoveriscono complessivamente tutta l'umanità perchè impediscono le domande e le risposte che nascono dall'amore.
Quando si ama si apprezzano le stelle e l'argenteo lunare ma l'esperienza completa di questo sentimento si accompagna alle sensazioni che le manovre fisiche del corpo necessitano. Come tutte le emozioni e i sentimenti, anche l'amore appare un prodotto unicamente mentale. Ma la realtà è che amare significa apprezzare e desiderare tutto dell'altra persona perché può chiamarsi amore solo il sentimento che induce a preservare e proteggere tutto, ma proprio tutto, della persona amata.

"Forza, su, un po' di coraggio: di che natura sono, esattamente, le domande non formulate che mi pongo sull'omosessualità di Grégoire? E' questa la vera domanda! Ci pensavo questo pomeriggio guardandoli, lui e Frédéric, mentre raccoglievano lamponi. Grégoire stesso mi ha dato la risposta dopo cena, finita l'ultima cucchiaiata di crumble. Mentre facevamo un giro del giardino, mi ha preso a braccetto e mi ha detto che sapeva esattamente quello che pensavo. A proposito di Frédéric e me, ti chiedi, nonno, chi incula e chi è inculato. (Lieve sbalordimento del nonno.) E' normalissimo, sai: a proposito dell'omosessualità tutti si fanno domande del genere. (Pausa) E siccome mi vuoi bene come io ne voglio a te, ti domandi se il tuo nipote preferito prende tutte le precauzioni del caso per non beccarsi quella porcheria dell'aids. E' vero, sì, proprio su questo punto si addensano le mie inquietudini. Libero quindi il torrente di domande che forse tormentano un sacco di poveri ragazzi e che non osano fare a nessuno. Come siamo messi con la saliva? E' un veicolo di trasmissione? E i pompini? Si può prendere l'aids facendo un pompino? E le emorroidi? E le gengive? Vi prendete cura dei denti? E la frequenza? E la varietà dei partner? Siete fedeli, almeno? Non preoccuparti, nonno, Frédéric non ha certo lasciato la moglie per tradirmi con un uomo! E per quel che mi riguarda, sono come te, risolutamente monogamo. Quanto poi al fatto di chi incula chi, è l'uno o l'altro, secondo l'umore o l'andamento degli eventi, a volte l'uno e poi l'altro. Ancora un giro del giardino, poi questa spiegazione, più tecnica: Quanto a sapere perché l'omosessualità, nonno, è una domanda complessa! Restiamo in superficie, d'accordo? e diciamo che solo l'uomo può davvero soddisfare l'uomo. Considera per esempio il pompino, da un punto di vista strettamente tecnico: bisogna averne sentiti personalmente i vantaggi per essere un buon pompinaro! Una donna, per quanto dotata, non ha che una competenza parziale...." (Storia di un corpo, di Daniel Pennac, Universale Economica Feltrinelli, 2014)

Amare vuol dire fornirsi di un'educazione sessuale sana in cui ogni cosa è presentata col suo nome. L'intento terapeutico deve essere anche educativo e deve esserlo in modo chiaro, pur rispettando la riservatezza delle persone e la delicatezza degli argomenti. Non ci possono essere giri di parole nè perifrasi perché, malgrado il romanticismo, l'argomento è serio e i veri oggetti d'amore non vanno posseduti ma amati; vanno coltivati, accuditi, preservati, curati.

La vegetoterapia è sempre stata un pò fraintesa.
Di volta in volta è stata vista come foriera di sesso libero o di ispirazione libertaria, quando la sua preoccupazione principale era la legittimazione della gioia a tutte le età e condizioni che, solo se espressa pienamente e con diritto, non pregiudica l'etica né la morale.

Giuseppe Ciardiello


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