giovedì 7 gennaio 2016

Stress da contaminazione

Si cerca a volte di lenire le sofferenze altrui contribuendo alla riparazione di traumi e difficoltà delle persone di cui si decide di occuparsi. Di per sé questo lavoro (perché di lavoro si tratta, anche quando lo si fa con piacere, come accade per i volontari dei gruppi di auto mutuo aiuto) è stressante; da un lato ci si carica dei problemi altrui, attivando le configurazioni neuropsicologiche corrispondenti. Queste attivazioni comportano automaticamente una corrispondente emissione di ormoni dello stress. Dall'altro lato la stessa osservazione dei comportamenti agiti a causa dello stress, agitazione comportamentale, confusione, destabilizzazione, dissociazione ecc., che sono quei comportamenti che si cerca di cogliere anche per formulare una diagnosi, nelle situazioni di cura hanno bisogno di essere compresi. Questa stessa comprensione, che si realizza attraverso la sperimentazione subliminale (embodyment), a sua volta sembra capace di stimolare la secrezione del cortisolo (l'ormone dello stress).
Lo stress si dimostra, quindi, contagioso e sembra che anche assistere a riprese televisive, in cui vengono rappresentate persone stressate, induce a vivere la stessa esperienza di stress. Lo dimostra una ricerca pubblicata sulla rivista Psychoneuroendocrinology da Veronika Engert e colleghi del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia e della Technische Universität di Dresda, in Germania e riportata sul sito di Riza Psicosomatica: http://www.riza.it/psicologia/stress/5084/sai-che-anche-lo-stress-e-contagioso.html.


Da questa ricerca possiamo dedurne che, anche quando l'aiuto alle persone in stato di sofferenza è fatto con piacere, e finalizzato anche ad aiutare sé stessi, come può accadere, appunto, nei gruppi di auto mutuo aiuto, il comportamento di cura comporta comunque un aumento dello stato di stress. La stessa comprensione del disagio, per processi di simpatia e/o empatia attivati in qualsiasi setting di cura alla persona, mette nella condizione di mimare inconsapevolmente lo stato di disagio. E si può considerare che, ancora di più, questo contagio possa realizzarsi per quelle tecniche che prevedono l'uso del corpo, come la Vegetoterapia. Questo tipo di setting, che prevede una costante attenzione, da parte del terapeuta, ai processi fisici e psichici che si attivano nei due componenti la coppia analitica, potrebbe essere visto come autoprotetto proprio per questa attenzione specifica ai processi organismici complessi (corpo/cervello). In realtà, se bastasse quest'attenzione, seppur focalizzata e costante, allora si potrebbe anche affermare che sia possibile il controllo del controtransfert. Ma, se il controtransfert si potesse agire consapevolmente, non sarebbe più controtransfert in quanto processo intrinseco al modo di agire ed essere della persona in relazione. Lo stesso accade per lo stress; potendone essere consapevoli solo dopo l'agito, si può avvertire la condizione stressante solo dopo che questa si è realizzata, e a volte nemmeno allora perché facente parte dello stesso organismo che ne elabora l'attuazione (vedi Damasio, Il Sé viene alla mente).
Inoltre è da considerare che nell'attivazione dello stato di stress, pur portando con sé la riedizione delle dimensioni psicologiche che personalmente attengono ad eventi specifici, e non comportando l'attivazione degli eventi che nell'altro della relazione sono eventi stressanti, sarà proprio la capacità di distinguere le dimensioni psicologiche legate ai propri eventi stressanti, da quelle prodotte dal rapporto analitico e dalla relazione, a dare il senso del limite tra i due. Di contro, e sempre in ambito vegetoterapeutico, si può affermare che sia proprio questa similitudine di vissuti a fornire il terreno per l'interpretazione metaforica che, secondo Navarro, è quella maggiormente legittima in vegetoterapia.


Si può concludere affermando che, le persone che si occupano della salute e del benessere degli altri, devono anche curarsi di sé stessi a maggior ragione sapendo che, anche solo per l'impegno e il lavoro che svolgono, sono a rischio di stress.


Giuseppe Ciardiello

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