giovedì 11 luglio 2024

Pensare, provare (emozioni) e sentire (il corpo) nella Vegetoterapia

 Ogni acting di Vegetoterapia si conclude con l'espressione verbale delle sensazioni, dei pensieri, che possono essersi affacciati alla mente, e delle emozioni. Cioè, alla fine dell'esecuzione dell'acting, la persona che vi si è sottoposto racconta, piuttosto che elencare, le emozioni, le sensazioni e i pensieri che gli sono passati per la testa mentre eseguiva l'acting.


Con questa modalità si considera implicita l'eguaglianza e la sovrapposizione di questi tre processi. Si dà per assodato che durante lo svolgimento dell'acting sicuramente passeranno dei pensieri per la testa; ci saranno delle reazioni fisiologiche a questi pensieri e ancora, questa sensazioni e questi pensieri saranno accompagnati da specifiche emozioni.


Capita a volte che si incontrino difficoltà specifiche nell'individuazione delle emozioni per cui, pur essendo semplice descrivere le sensazioni e raccontare i pensieri che si ricordano, o quelli di cui ci si è accorti, si scopre che è difficile il compito di associare le singole emozioni a specifiche sensazioni e pensieri.


Questa difficoltà induce spesso a dubitare di questa associazione, o sovrapposizione di processi, e risulta più facile credere che la cosa sia impossibile oppure che tutto quello che è stato vissuto, e quello che si è provato, può esistere senza essere ricondotto ad una definizione specifica.


Altre volte si confondono le sensazioni con le emozioni e i pensieri e, di per sé, non si ritiene che siano necessariamente accompagnati da posture, da movimenti, da atteggiamenti fisici corporei e quindi da sensazioni e atteggiamenti mentali (sì, perché gli atteggiamenti sono anche mentali...).




Per la verità questa concezione assolutamente elementare e incredibile, di parcellizzazione dell'organismo umano, di fatto è appartenuta anche ai professionisti della salute mentale e ai ricercatori scientifici che, sull'onda della legittima necessità biologica e medica, hanno cercato di ricondurre anche le emozioni all'attivazione di singoli e specifici siti cerebrali.


Le esperienze vissute da organismi animali sono in realtà delle combinazioni di processi che coinvolgono tutto l'organismo complessivamente e contemporaneamente. È questa assimilazione che ci permette di dire che a provare le sensazioni, le emozioni e a produrre il pensiero non sono i singoli organi o la loro combinazione, ma è la mente del soggetto sottoposto all'acting. Anzi, per meglio dire, è proprio questa esperienza complessa e diversamente articolata che chiamiamo 'Mente' e che, proprio per questo, la stessa mente e il suo prodotto non possono essere ricondotte solo a un'esperienza fisica o emozionale o cognitiva ma saranno sempre individuabili solo come 'insieme'.

Perciò le esperienze, anche quando sono definite 'singole' e si tenta di parcellizzarle o quando sono confinate per motivi di ricerca, come quando si cerca di isolare l'amigdala dall'ipotalamo o dall'ipofisi, perdono identità. Non sono più quegli oggetti osservati e definiti 'esperienza' ma diventano semplici processi biologici, automatici e reattivi, non ricostruibili nella loro totalità.


Giunge a sostegno di questa realtà organismica l'articolo apparso su Sanitàinformazione dal titolo: 'Cervello,le emozioni lo ‘accendono’ come il tatto o il movimento.' di Isabella Faggiano del 9 luglio 2024.


L'autrice fa riferimento ad uno studio, effettuato dall'Università di Milano-Bicocca e apparso su 'iScience', in cui le emozioni e le sensazioni 'accendono' gli stessi siti cerebrali e conclude affermando che: 'Si dimostra così l’idea di un’esperienza ‘incarnata’ delle emozioni, e quindi la necessità di esperire a livello tattile e motorio le emozioni per poterle generare e sentire consciamente'.


Beh, se quasi all'inizio della mia attività professionale, circa trent'anni fa, c'era chi celiava affermando che 'se bastava fare del movimento fisico allora si poteva anche andare in palestra piuttosto che in uno studio di psicoterapia...', oggi è finalmente evidente il senso di proposte psicoterapeutiche alternative.


Ma ciò rende anche sempre più attuale la necessità di porre attenzione a tutti i processi organismici piuttosto che alle singole espressioni comportamentali (come quelle da contenere). ...ma questa è un'altra storia!

Giuseppe Ciardiello


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