martedì 29 marzo 2016

Il corpo parla anche fantascientifico

Gli artisti hanno spesso anticipato le scienze e, dobbiamo dire, specialmente in ambito psicologico.
Ciononostante colpisce trovare un romanzo che, in poche righe, trova occasione di rimandi così precisi all'idea di un'assimilazione totale della mente al corpo. 
E questo accadeva nel 2002!

"Volendo, si potrebbe anche pensare all'essere umano come a un gigantesco sciame o, per meglio dire, a uno sciame  di sciami, perché ogni parte dell'organismo - sangue, fegato, reni - è uno sciame a sé. Quello che noi siamo soliti chiamare <<corpo>> è, in realtà, una combinazione di tutti questi sciami-organo.
Noi crediamo che il nostro corpo sia solido, ma solo perché non siamo in grado di vedere quello che avviene a livello cellulare. Se si potesse ingrandire il corpo umano, gonfiarlo fino a fargli raggiungere dimensioni stratosferiche, noi non vedremmo altro che una massa turbinante di cellule e atomi.
<<Sì, ma chissenefrega?>>, direte voi. Ebbene, ciò che si vuole affermare, qui, è che gran parte dell'elaborazione avviene a livello degli organi. Il comportamento umano si determina, contemporaneamente, in molti luoghi diversi all'interno del corpo. Il controllo del nostro comportamento non si esercita solo a livello cerebrale, bensì emerge da tutto il corpo.
Si può giungere ad affermare che il modello dell'<<intelligenza a sciame>> si applichi anche agli esseri umani. L'equilibrio è regolato dallo sciame del cervelletto, e raramente questa funzione emerge a livello della coscienza. Altre elaborazioni avvengono nella colonna vertebrale, nello stomaco, nell'intestino. I bulbi oculari, inoltre, incamerano molto materiale visivo ben prima che il cervello intervenga.
Se è per questo, poi, anche molte operazioni cerebrali assai sofisticate avvengono al di sotto del livello della coscienza. Uno degli esempi più banali è quello della capacità di evitare gli oggetti sulla nostra traiettoria. Un robot semovente deve elaborare una quantità di dati spaventosa per evitare gli ostacoli che incontra nell'ambiente. Lo stesso discorso vale per gli esseri umani, solo che noi non ce ne rendiamo conto... finché non si spengono le luci. A quel punto è con dolore che impariamo quanto sforzo di elaborazione, in realtà, ci voglia!
Vi è chi sostiene, perciò, che l'intera struttura della coscienza - insieme al senso di autocontrollo e di autodeterminazione tipicamente umano - sia una mera illusione dell'utente. Noi non siamo affatto in grado di controllare coscientemente noi stessi, anche se preferiamo pensare il contrario.
Il solo fatto che gli esseri umani vadano in giro pensandosi in termini di <<Io>> non significa che questo Io esista davvero." (Michael Crichton: "Preda", Garzanti ed., 2003. Pagg. 285/286).

... la sorpresa e il gradimento di questa lettura è tale che diventa necessaria una più puntuale e approfondita discussione. Le istanze psicologiche, i processi di coscienza, di transfert e controtransfert e dell'inconscio sono un tema troppo importante, specie per il punto di vista reichiano, per lasciarli cadere. 
Il rimando è in questo stesso blog al prossimo post! (Tra brevissimo ...)

Giuseppe Ciardiello